«In dieci anni abbiamo sentito parlare di Bolkestein in tutte le salse, ma nessuno ha mai fatto uno studio sull’impatto di questa direttiva». Questo il motivo che ha spinto Danilo Piraccini, responsabile della Cooperativa Bagnini di Cervia, ad avviare delle approfondite ricerche sul sistema turistico balneare della località romagnola, che oggi può dimostrare di avere un’ottima reputazione (91% di sentiment positivo contro una media italiana del 79%), un’elevata affidabilità creditizia e una notevole attrattività turistica, come emerge dai vari studi commissionati negli ultimi tre anni a entità autorevoli, da Nomisma a Travel Appeal. E venerdì scorso all’Hotel Palace di Milano Marittima la Cooperativa ha presentato il suo “piano B“, cioè la soluzione da seguire nel caso in cui le concessioni balneari siano messe a evidenza pubblica per adeguarsi alla Bolkestein: un consorzio che unisca tutte le realtà economiche della città – non solo stabilimenti balneari ma anche alberghi, negozi, «persino i barbieri perché tutti fanno parte del modello turistico di Cervia», sostiene Piraccini – e che partecipi come un unico soggetto alla futura gara in modo da avere la sufficiente forza per vincerla. «In questo modo, potremo continuare a svolgere il nostro lavoro, e a uscirne vincitrice sarà l’intera località», chiosa il consigliere della cooperativa.
«Mettere insieme è più difficile che dividere – ha constatato Piraccini – ma stiamo cercando di far capire che l’attuale sistema balneare è fatto di tanti elementi oltre alle nostre imprese, e se queste saltano, a rimetterci è l’intero territorio». Come hanno dimostrato le statistiche proiettate dal consigliere della Coop Bagnini Cervia, «il 71% dei nostri stabilimenti è composto da società di persone che fanno ampio ricorso al credito garantito. Quando la politica parla di gare, deve quindi sapere che si sta giocando una partita che va al di là delle spiagge ma che riguarda immobili e altre attività». Di qui, «nel malaugurato caso di evidenze pubbliche», Piraccini ha presentato il modello di consorzio: «Non possiamo continuare a guardarci le punte dei piedi davanti a una legge europea senza precedenti. Con questa scelta stiamo guardando al futuro per non presentarci alle procedure in maniera frastagliata, bensì in modo compatto, che è l’unica strada per mantenere le nostre imprese e allo stesso tempo per lasciare un notevole impegno economico sul territorio».
Un’idea approvata sia dal sindaco di Cervia Luca Coffari, che ha evidenziato «l’impossibilità di istituire nell’immediato 205 evidenze pubbliche» (questo il numero di stabilimenti nella città romagnola), sia dall’Istituto Bruno Leoni, centro di ricerca privato che si occupa di economia pubblica e concorrenza, e che venerdì con la vicedirettrice Serena Sileoni ha affermato che «il progetto della Cooperativa Bagnini di Cervia rispetta e asseconda le regole europee e si basa sul principio per cui “l’unione fa la forza”: ci si attrezza insieme per essere più competitivi nelle procedure di selezione e poi si continua legittimamente a gestire la propria impresa». Riguardo alla Bolkestein, Sileoni ha spiegato che «ha applicato uno dei princìpi fondativi dell’Unione europea, quello della “libertà di stabilimento“, anche se la direttiva rappresenta un drammatico punto di rottura rispetto ad alcune situazioni come le spiagge. In Italia abbiamo pensato di poterla superare con delle proroghe, ma abbiamo tirato troppo la corda e oggi vige una situazione di incertezza per cui gli imprenditori balneari non sanno più cosa devono fare. Ma un sistema virtuoso come quello di Cervia può fare in modo di vincere questo scenario nel migliore dei modi, anche se non è d’accordo con le nuove regole».
Pure i sindacati di categoria hanno visto con favore il progetto della cooperativa cervese, in particolare Cna Balneatori che nei giorni scorsi ha incontrato Piraccini con una delegazione composta dal presidente di Cna Cervia Sauro Bernabei, dal responsabile territoriale Andrea Alessi e dal responsabile provinciale di Cna Balneatori Nevio Salimbeni, esprimendo «grande interesse per il progetto e garantendo la sua disponibilità a entrare nel merito, anche tecnico, dell’operazione».
«Condividiamo con la Coop Bagnini l’idea che, se dovesse passare l’ipotesi di mettere all’asta gli stabilimenti balneari, diventerà necessario dare una risposta di territorio al rischio di stravolgimento totale del nostro turismo – ha dichiarato Bernabei – perché l’obiettivo deve essere quello di evitare scontri intestini tra categorie e difendere le imprese balneari, salvaguardando così l’economia locale e la nostra idea di turismo basata sulla coesione territoriale e sulle piccole e medie imprese. Su questo tema le forze del territorio dovranno esprimersi ed essere unite». «Allo stesso modo – ha aggiunto Salimbeni – il nostro primo pensiero oggi è la lotta contro l’inclusione delle imprese balneari nel meccanismo della Bolkestein. L’ultima sentenza della Corte di giustizia europea ha aperto delle possibilità per affermare il legittimo affidamento delle concessioni alle imprese esistenti. In discussione non sono le evidenze pubbliche su eventuali nuove concessioni, ma la situazione delle aziende balneari esistenti che negli anni, confidando nel rinnovo automatico delle concessioni, hanno realizzato lavoro e investimenti che inevitabilmente risulterebbero vanificati. Per questo siamo contrari al ddl del governo, che cercheremo di emendare radicalmente, e ci batteremo per ottenere – come altri Paesi mediterranei – questo riconoscimento dall’Europa, prima di essere costretti a far partire una lunga e complessa battaglia legale».
© Riproduzione Riservata