Ieri pomeriggio a Pescara, nella sede regionale della Cna Abruzzo, si è tenuto l’incontro tra Luigi Napolitano, presidente del comitato "Concessionari pertinenziali italiani" (a destra nella foto), e Cristiano Tomei, coordinatore nazionale di Cna Balneatori (a sinistra).
Oggetto dell’incontro era l’eccessiva onerosità dei canoni pertinenziali, i quali, a causa del moltiplicatore OMI introdotto dalla Finanziaria 2007, rischiano di far chiudere i battenti ai titolari di concessioni demaniali marittime contenenti opere classificate di “difficile rimozione”, manufatti a suo tempo acquisiti al patrimonio dello Stato.
Al termine dell’incontro, Tomei ha dichiarato: «Dobbiamo analizzare due aspetti. Il primo riguarda circa 1.000 concessioni demaniali marittime rinnovate automaticamente con legge 88/2001 e prorogate in relazione al decreto Sviluppo. Tali concessioni, in base al disposto dell’articolo 49 del Codice della navigazione, dovrebbero essere escluse da qualsiasi procedura di acquisizione delle opere di difficile rimozione prima del definitivo spirare della concessione. Così non è stato».
«Il secondo aspetto – prosegue Tomei – interessa circa 300 concessioni demaniali marittime che non riescono più a sostenere il canone pertinenziale. Tale canone, dal 2007, in taluni casi è aumentato anche del 1000%, ossia di dieci volte. Un onere insostenibile, che ha messo in crisi le imprese interessate, indotte a pagarlo per evitare la revoca della concessione e costrette a sospendere, in tutto o in parte, altri pagamenti obbligatori, perché divenuti insostenibili dal punto di vista economico e finanziario. Parliamo di Irap, addizionale regionale, Irpef, Iva, contributi Inps, imposta regionale sul canone. Tributi rispetto ai quali sono stati addebitati fortissimi interessi di mora, soggetti a riscossione coattiva. Si tratta di situazioni intollerabili per piccole e medie imprese che non fruiscono di aiuti di Stato e sono costrette a fare con le proprie forze. Stiamo parlando di situazioni documentabili, rispetto alle quali lo Stato, secondo noi, non può esimersi dall’intervenire.
Queste, di conseguenza, le richieste più urgenti di Cna Balneatori: «Chiediamo anzitutto un urgente chiarimento in merito al citato articolo 49 del Codice della navigazione. Era veramente necessario acquisire le opere definite di difficile rimozione? Quante di queste opere sono ora immotivatamente classificate come pertinenze demaniali? Altra istanza per la quale è indispensabile una risposta urgente riguarda la sospensione del moltiplicatore OMI nei casi documentati di obiettiva insostenibilità. Le imprese balneari che fruiscono di beni pertinenziali sono parte attiva dell’economia nazionale, lavorano, producono, devono poter conseguire un profitto e non devono essere tassate oltre la sostenibilità della contribuzione complessiva. Lo Stato non ha nessun interesse a farle chiudere: si tratta di aziende potenzialmente sane, in grado di assicurare reddito, occupazione, gettito fiscale. Le richieste di Cna Balneatori mirano a mantenerle in vita, in attesa dell’indispensabile riordino normativo dei canoni. Ci auguriamo che altrettanto decida di fare lo Stato. Questo ci ha suggerito l’incontro di oggi. Su questo continueremo a lavorare noi prossimi giorni».
© RIPRODUZIONE RISERVATA