
Con la Cna Balneatori si aprono alle ore 12.00 di oggi a Balnearia, presso i padiglioni di CARRARA FIERE, i quattro direttivi delle sigle maggiormente rappresentative in campo nazionale del turismo balneare.
I direttivi si riuniranno oggi singolarmente in preparazione della grande manifestazione unitaria annunciata per domattina alle ore 11.00, quando sarà chiamato a raccolta tutto il mondo balneare italiano. Per fare il punto della situazione dopo l’audizione tenuta il 23 febbraio scorso a Roma con i Ministri al turismo e alle politiche comunitarie, Gnudi e Moavero Milanesi.
Oltre ai presidenti nazionali dei sindacati balneari, interverranno esponenti politici e rappresentanti delle istituzioni comunali e regionali che anche con la riunione di venerdì a Cesenatico, hanno confermato la linea espressa in più occasioni ufficiali a fianco delle attuali imprese del turismo costiero italiano.
"Gli incontri di Balnearia – afferma Cristiano Tomei (nella foto), coordinatore nazionale di Cna Balneatori – possono costituire un’occasione per fare un ulteriore passo avanti per ottenere il riconoscimento della specialità, in ambito europeo, del sistema balneare italiano. L’unicum turistico balneare italiano, oltre alle elevate eccellenze in termini di qualità dei prodotti offerti, rappresenta con il suo sistema economico, una costante costiera peninsulare di prestazioni pubbliche (salvamento e quindi pubblica incolumità, sicurezza, occupazione e quindi lavoro, ecc…) che per definizione degli stessi principi assodati in Europa non ne prevedererebbero in nessun caso l’evidenza pubblica. Ma il punto non è questo, o meglio non è solo questo. Tutto il panorama sindacale, economico, politico e delle istituzioni regionali e comunali vuole una cosa: NO ALLA EVIDENZA PUBBLICA e NO ALLE ASTE delle attuali imprese balneari. Ora tocca al Governo italiano manifestare formalmente in ambito europeo (Commissioni e Consiglio) la volontà della deroga e l’intenzione di ricostruire un quadro normativo che tuteli gli investimenti effettuati dalle attuali imprese e garantisca ad esse certezze e garanzie per il proprio futuro ben oltre la scadenza del 31 dicembre 2015 scongiurando, inequivocabilmente, l’evidenza pubblica e le aste che altro non farebbero che smantellare inesorabilmente i sacrifici di una vita di 30 mila famiglie italiane".
© RIPRODUZIONE RISERVATA