«Noi del Partito democratico chiediamo a gran voce che vengano tutelati gli attuali operatori balneari in vista della riforma delle concessioni. Non possiamo però prendere in giro gli imprenditori del settore, come invece sta facendo la destra in questa campagna elettorale, dicendo che il parlamento impugnerà la sentenza del Consiglio di Stato: questa è una promessa irrealizzabile, che non ha alcun riscontro in termini giurisdizionali. Noi dobbiamo essere realisti». Lo ha detto Massimo Bulbi, candidato Pd alla Camera dei deputati per il collegio uninominale di Forlì-Cesena, che ha incontrato a Cesenatico un gruppo di operatori balneari insieme all’assessore regionale al turismo Andrea Corsini.
«Le gare si dovranno fare, il tema ora è come farle», ha aggiunto Bulbi. «Serve un confronto serio, coinvolgendo sindacati, associazioni di categoria, Comuni e Regioni, per definire i criteri e di questo se ne dovrà occupare subito il nuovo governo. Partendo dal presupposto che il diritto europeo prevede sì la concorrenza (quindi una regolamentazione delle concessioni demaniali marittime), ma anche la tutela dei diritti fondamentali. Bisogna dunque riconoscere il valore aziendale e di impresa, nonché effettuare una stima e una quantificazione del valore dei beni mobili e immobili, perché se un imprenditore perde la concessione gli deve essere riconosciuto il valore aziendale di mercato della sua azienda, ma anche il valore delle attrezzature che si trovano dentro lo stabilimento. Si deve quindi calcolare un indennizzo che tenga insieme tutte queste cose. Questo significa dare una garanzia di futuro a queste imprese, anche nel caso in cui dovessero perdere la concessione. Quindi, sì alla concorrenza ma anche alla tutela della piccola impresa, tramite garanzie e criteri ben precisi stabiliti nei bandi. A questo proposito, bisogna riconoscere alle Regioni la possibilità d’inserire nei bandi criteri riferiti alle proprie specificità e la possibilità di attribuire ulteriori punteggi».
Così ha concluso Bulbi: «In Emilia-Romagna sono oltre 1000 le piccole e medie imprese balneari, quasi sempre di natura familiare, per un indotto che coinvolge circa 50.000 persone. Insomma, un patrimonio inestimabile. Per questo è necessario un confronto serio con le rappresentanze sindacali e di categoria per giungere a una soluzione che tuteli queste imprese, che in questi anni hanno dato qualificati servizi ai turisti e hanno contribuito alla cura del nostro litorale».
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