Attualità

Baldini: ‘Il governo Renzi sta ingannando i balneari’

Pubblichiamo qui di seguito un contributo dell'ex senatore oggi a capo del movimento politico Imprese del mare.

di Massimo Baldini

Il governo Renzi sta creando un falso storico per ingannare trentamila imprenditori balneari ed espropriarli delle loro aziende. La recente sentenza della Corte di giustizia europea non ha affatto bocciato la proroga al 2020: è opportuno leggere bene il testo della pronuncia, poiché questa presunta bocciatura non è scritta da nessuna parte. Anzi, all’interno di tale sentenza (leggila qui) ci sono gli spazi per evitare proposte destabilizzanti e per trovare un quadro normativo che può dare certezze e prospettive sicura di continuità alle attuali aziende balneari.

Eppure, com’è noto, il governo sta lavorando a una riforma delle concessioni demaniali che – secondo quanto annunciato dal deputato Sergio Pizzolante (vedi articolo), sarà normato da una legge delega che prevederà:

  1. Una fase di transizione per consentire ai Comuni di attrezzarsi per gestire il nuovo sistema selettivo e per dare tempo alle imprese per il cambio di regole.
  2. Dopo la transizione, evidenze pubbliche che partiranno dal riconoscimento del valore dell’impresa e dalla professionalità acquisita.

Rispetto a questi contenuti mi preme sottolineare che insistere in una fase di transizione con la certezza che le imprese balneari dovranno cambiare regole, significa di nuovo mettere le aziende in una situazione di grande incertezza, soprattutto perché tale periodo di transizione viene legato al nuovo sistema selettivo che i Comuni dovranno mettere in campo. Si confermerebbe in sostanza una situazione in base alla quale le attuali aziende avranno un tempo di esercizio determinato, al termine del quale dovranno essere di nuovo assegnate attraverso un sistema selettivo che lascia spazio alla più assoluta discrezionalità.

La selezione, che dovrà avvenire attraverso la procedura delle evidenze pubbliche, costituisce un pericolo enorme per la attuali imprese balneari. Infatti la procedura delle evidenze pubbliche porterà più soggetti in concorrenza fra loro per acquisire la stessa concessione demaniale. A nulla valgono le dichiarazioni di Pizzolante quando afferma che i criteri saranno tali da favorire gli attuali concessionari. I criteri non oggettivi sono infatti fuori da ogni norma sulla trasparenza e l’imparzialità degli atti amministrativi. Non è ipotizzabile che si possano fare evidenze pubbliche di selezione attraverso meccanismi e criteri che non corrispondono ai principi fondamentali cui debbono uniformarsi gli atti amministrativi. In sostanza l’evidenza pubblica, al di là degli apparenti vantaggi, corrisponderà a una vera e propria asta, anche in assenza di elementi di valutazione economica.

Per questo, va respinta la proposta di inserire la legge organica di riforma nel quadro di una legge delega. Dal momento che contiene indicazioni molto generiche, una legge delega impedisce che il parlamento venga chiamato, in tutte le sue componenti, a discutere e a decidere su un problema così importante che riguarda circa 30.000 aziende. La proposta di passare attraverso una legge delega va abbondata e contrastata da subito se vogliamo seguire passo passo la discussione e l’approvazione parlamentare di un disegno organico di riforma e se vogliamo impedire che il governo faccia questa legge nel segreto del palazzo.

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