Se n’è andato all’età di cento anni York Eraldo Giuseppe Prete, uno dei primi concessionari balneari del Salento, imprenditore molto conosciuto e apprezzato grazie alla sua visione lungimirante che ha contribuito a sviluppare il turismo balneare quando in questa regione era ancora inesistente. Fondatore del Lido York di San Cataldo, oggi gestito dal figlio Alfredo, Prete aveva superato il traguardo del secolo di età lo scorso febbraio e se n’è andato sabato scorso, circondato dall’affetto dei suoi cari.
York Prete è stato un vero pioniere del turismo balneare in Salento. Il suo stabilimento, tra i primi della regione, è stato frequentato da illustri ospiti come il tenore Tito Schipa e il pugile Primo Carnera, ed è sempre stato gestito in famiglia, a partire dalla moglie Laura con cui Prete era sposato da quasi settant’anni. In particolare, negli anni ’60 il Lido York ha conosciuto una grande fortuna, con il suo ristorante frequentatissimo che apriva alle 4.30 del mattino e chiudeva alle due di notte. «E dopo avere chiuso, andavo a Porto Cesareo perché c’erano due barche che scaricavano il pesce solo per noi», aveva raccontato Prete in un’intervista rilasciata al Quotidiano di Puglia per i suoi cento anni.
Le esequie di York Prete si sono tenute ieri pomeriggio alla parrocchia di Santa Lucia a Lecce. Numerosi sono stati i messaggi di cordoglio, a partire dal sindaco di Lecce Carlo Salvemini: «Ci ha lasciati York Prete, uno dei primissimi imprenditori ad avere intuito che Lecce fosse anche il suo mare e a essersi dedicato al turismo balneare. Conservo tanti bei ricordi delle estati passate con la mia famiglia nel suo stabilimento. L’ho incontrato a febbraio in occasione della festa per i cento anni che la sua famiglia gli ha voluto regalare, seguito sempre dallo sguardo attento della signora Laura e circondato dalle attenzioni di figli e nipoti. Gli ho reso l’omaggio che la città tutta riserva ai suoi concittadini che tagliano il traguardo del secolo di vita. Nel caso di York, un secolo vissuto in maniera intensa, come era solito raccontare soffermandosi in tanti aneddoti».
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