di Alex Giuzio
I sindacati balneari incontreranno i ministri Gnudi e Moavero il prossimo 23 febbraio per discutere la tutela degli stabilimenti balneari dalla direttiva Bolkestein, che vuole mettere all’asta le concessioni demaniali. Il governo aveva chiesto ai sindacati di inviare le loro proposte entro il 31 gennaio, e l’impegno è stato mantenuto.
Sib-Confcommercio, Cna Balneatori, Fiba-Confesercenti e Assobalneari-Confindustria, che rappresentano il 97% dei balneari italiani, hanno optato per una strada comune, inviando una lettera di accompagnamento al documento unitario già approvato a Rimini lo scorso 22 ottobre. Si possono trovare entrambi i testi cliccando qui. Questi quattro sindacati hanno ribadito la richiesta di deroga alla direttiva Bolkestein per gli stabilimenti balneari.
Ben diversa è invece la posizione di Oasi-Confartigianato: al Sun di Rimini si era dissociata dal documento degli altri quattro sindacati, organizzando un’assemblea autonoma; e anche per la proposta al governo ha deciso di procedere in maniera indipendente. Questo perché Oasi non crede nella strada della deroga, e dunque propone delle aste con i paletti a favore dell’attuale concessionario.
Il documento Oasi parte da una premessa che esprime preoccupazione per la perdita del lavoro e degli investimenti effettuati dagli imprenditori; e successivamente evidenzia le peculiarità del sistema turistico balneare fondato sulla piccola-media impresa. Tale introduzione è simile a quella degli altri sindacati, e chiede (seppure più timidamente) di tutelare gli attuali concessionari.
Ma il cambio radicale arriva a pagina 5: nel caso il governo italiano non riesca a tutelare gli stabilimenti – dice il documento – occorre mettere alle aste dei paletti che favoriscano gli attuali concessionari. Insomma, nel documento Oasi le evidenze pubbliche sembrano già accettate: il sindacato suggerisce allora al governo come organizzarle. Una grande differenza rispetto agli altri sindacati, che hanno chiesto la deroga e che procederanno per vie legali nel caso questa non venga ottenuta.
Del documento Oasi riportiamo il passo più significativo, contenuto sotto il titolo Criteri da adottare nelle procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime:
Il procedimento di evidenza pubblica, nei casi in cui sarà ammesso, dovrà svolgersi secondo i seguenti criteri:
- obbligo che lo stesso soggetto non possa partecipare contemporaneamente a più di due procedure di evidenza pubblica che si svolgono nello stesso Comune per l’assegnazione di concessione demaniali marittime aventi la stessa attività; […]
- riconoscimento alle imprese concessionarie che partecipano a forme di aggregazione societarie, consortili o cooperativistiche che svolgano attività e/o servizi di interesse pubblico o di pubblica utilità;
- riconoscimento del diritto di prelazione al concessionario uscente sull’ area demaniale avuta in concessione o, in alternativa, il diritto di insistenza nei limiti in cui la giurisprudenza amministrativa italiana ne ha già ammesso la compatibilità con il diritto comunitario; […]
- possibilità di effettuare investimenti destinati ad opere pubbliche di interesse turistico – ricreativo, quali: opere di difesa e ripascimento; sistema di viabilità e parcheggi; opere di produzione di energia alternativa; realizzazione e mantenimento di aree verdi e/o attrezzate, ecc.;
- Tali ulteriori investimenti sopraindicati potranno allungare la concessione già rilasciata senza ulteriore svolgimento di procedura di evidenza pubblica.
Oasi pensa inoltre alla tutela degli investimenti con questo passaggio: «Il concessionario uscente che abbia partecipato alla procedura e sia risultato perdente deve vedersi riconosciuto il valore commerciale della propria azienda, affinché siano adeguatamente valorizzati gli investimenti da lui effettuati e il lavoro prestato nel corso della durata della concessione». E in quanto alla durata delle concessioni, la ipotizza di trent’anni.
Per il resto del documento, invitiamo alla sua lettura integrale: è possibile scaricarlo cliccando qui. E non dimentichiamo che, se gli stabilimenti balneari andranno all’asta, il ‘merito’ sarà in parte anche di questo sindacato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA