Emilia-Romagna

Legacoop: “L’incertezza normativa rischia di far saltare il sistema balneare italiano”

Sulle spiagge, Legacoop chiede al governo di superare l’incertezza. «I rilievi del presidente della Repubblica al decreto milleproroghe rispetto alla proroga sulle concessioni demaniali impongono di sollecitare nuovamente le istituzioni nazionali e locali affinché si raggiunga al più presto la definizione di una normativa stabile per il sistema turistico balneare, le sue imprese e le sue cooperative, senza la quale lo sviluppo del settore è ad alto rischio», afferma una nota dell’associazione.

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«L’intervento di Mattarella ha reso evidente che una soluzione diversa dalle evidenze pubbliche non è purtroppo percorribile», dichiara Paolo Lucchi, presidente di Legacoop Romagna. «Per questo chiediamo di accelerare da subito. Per garantire certezze che oggi non ci sono e che, per questo, frenano gli investimenti indispensabili per mantenere alta la qualità dei servizi di spiaggia a cittadini e turisti e non mettere in crisi tante famiglie di piccoli imprenditori. Serve un confronto che assieme a Comuni, Regione e governo veda in campo le cooperative che rappresentano la spiaggia e che sono una parte fondamentale dell’offerta turistica emiliano-romagnola».

Spiega il responsabile regionale del settore balneare di Legacoop, Stefano Patrizi: «Sono 14 le cooperative a noi associate in Emilia-Romagna, con 850 stabilimenti balneari aderenti e un valore per la collettività tangibile, che si esplica per esempio in un servizio di salvamento unico in Italia per qualità e diffusione, con 300 marinai di salvataggio contrattualizzati regolarmente, per 250 torrette, e 110 defibrillatori, per cui vengono investiti 5 milioni di euro all’anno. Ma anche nella creazione della duna invernale, per cui i bagnini ogni anno investono circa 2 milioni di euro, o nel servizio gratuito di wi-fi lungo 31 chilometri di spiaggia».

«Apprezziamo — prosegue Patrizi — l’impegno dell’assessore al turismo della Regione Emilia-Romagna Andrea Corsini, anche a seguito della sua nota stampa di domenica, nel tenere alta l’attenzione delle istituzioni sul tema e ribadire, ancora una volta, le linee d’indirizzo concordate anche con le associazioni del sistema balneare. Occorre rafforzare il dialogo tra istituzioni e Unione europea per salvaguardare le imprese familiari, le loro peculiarità regionali, le loro cooperative e le loro comunità, fatte di lavoro, professionalità, valore economico, capacità di aggregarsi per investire nei servizi ai turisti e nell’ambiente. Attività a cui la piccola impresa familiare è propensa, ma frenata e umiliata, purtroppo, da tutti questi anni di incertezze normative che hanno inibito e inibiscono gli investimenti e la qualificazione delle nostre spiagge».

Conclude Lucchi: «Occorre insistere con l’Unione europea per soluzioni che superino la logica della concorrenza eccessiva e sfrenata tra microimprese, che corrode lo sviluppo anziché promuoverlo. E anche trovare soluzioni che non favoriscano, invece, l’ingresso nelle nostre spiagge di soggetti che nulla hanno a che fare con un modello particolare e positivo come il nostro. È indispensabile comprendere che il valore a rischio è quello dell’intera filiera turistica balneare, non solo quello degli stabilimenti, costruita in decenni di attività, sacrifici e investimenti pubblici. Le cooperative degli stabilimenti balneari aderenti a Legacoop sono pronte a fare la propria parte».

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