di Alex Giuzio
«Entro un mese, massimo un mese e mezzo il governo varerà un decreto legge per regolare le concessioni balneari nel rispetto della direttiva Bolkestein». Lo ha dichiarato oggi il ministro al turismo Piero Gnudi (nella foto) tramite l’Ansa. Una notizia che era già nell’aria, e che continua a rimanere ambigua: gli attuali concessionari manterranno o no le loro spiagge?
Il ministro, infatti, ancora una volta non ha chiarito questo punto, continuando a mantenere segreti i contenuti del suo decreto. Questo il resto del suo discorso: «Il turismo balneare rappresenta al momento il 30% del giro d’affari totale, e certamente non vogliamo penalizzarlo, quindi sono certo che troveremo il giusto modo per garantire tutti gli addetti del settore. La soluzione, però, dovrà essere concertata anche con gli altri ministeri».
Ritornano per l’ennesima volta le frasi contradditorie e vuote di significato del ministro al turismo, che sta irresponsabilmente mantenendo nell’incertezza un settore che, come da lui stesso affermato, risulta fondamentale per l’economia italiana. I balneari hanno bloccato i loro investimenti per paura di perdere la loro impresa, e Gnudi continua a far attendere un intero settore. Il presidente nazionale Asshotel-Confesercenti Filippo Donati ha già chiesto le dimissioni di Gnudi «per non farsi ricordare come il ministro del turismo che ha fatto chiudere il turismo». Una frase profodamente veritiera, che l’intera categoria balneare condivide senza esitare.
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