Di sicuro si sono fatti notare. D’altronde, questo era lo scopo. I trecento balneari che ieri sono giunti a Roma con la ‘derovana‘ – la carovana di camper e auto che aveva già raggiunto Bruxelles – hanno girato a lungo per le strade della capitale, concentrandosi in particolare sulla zona del palazzetto dello sport, dove i mezzi a quattro ruote addobbati di bandiere, slogan, striscioni e persino pattini rossi si sono fatti vedere in tutta la loro allegria e determinazione.
Nel frattempo, una delegazione del Comitato Salvataggio Imprese e Turismo ha incontrato il presidente della Camera Gianfranco Fini e il ministro per il turismo Piero Gnudi (leggi il comunicato stampa), argomentando con decisione le ragioni per cui le concessioni demaniali marittime devono ottenere una deroga dalla direttiva europea Bolkestein, che impone di metterle all’asta a partire dal 2016. A detta del Comitato, i due rappresentanti del governo si sono dimostrati aperti a trovare una soluzione all’interno della direttiva stessa, come da tempo hanno suggerito gli avvocati che stanno studiando la Bolkestein per trovare una via di uscita giuridica. Tuttavia, Fini ha dichiarato che la scadenza del 28 dicembre per recepire la Bolkestein probabilmente non sarà rispettata, mentre Gnudi ha evidenziato i problemi di altissima evasione del canone da parte dei balneari; una questione che andrà senz’altro risolta.
Da una parte, dunque, l’incontro istituzionale; dall’altra l’entusiasmo e la forza espressi per strada. Entrambi gli eventi sono stati fondamentali, e l’impatto mediatico è stato conquistato facilmente: ieri la notizia era in tutti i maggiori siti web di informazione e le agenzie di stampa, e oggi anche su qualche quotidiano. Un importante punto in più per far conoscere a tutta Italia le ragioni di questa protesta serrata, che i balneari non termineranno prima di avere raggiunto il loro scopo.
E’ stata in particolare la spedizione con camper, auto e furgoni ad avere dimostrato la forza crescente dei balneari: ci è voluto un po’, ma finalmente i balneari liguri e toscani, cuore pulsante della protesta, sono stati affiancati dai colleghi veneti, marchigiani, abruzzesi, pugliesi, calabresi, laziali e persino romagnoli, che fino ad oggi erano stati i grandi assenti: nonostante la forte imprenditoria balneare di questa regione, nessuno mai si era unito alla protesta. Ma ieri sono giunti anche sette balneari di Riccione, appartenenti all’Associazione bar e ristoranti di spiaggia di questa città: ancora pochi, ma meglio che nessuno. Il tempo per crescere rimane, perchè la strada potrebbe ancora presentare qualche ostacolo.
Nel primo pomeriggio di ieri, dopo i giri in camper compromessi dalle forze dell’ordine che hanno impedito alla derovana di raggiungere il Circo Massimo, i balneari si sono riuniti allo stabilimento ‘La Tranquillità’ di Focene per incontrarsi con la delegazione appena uscita dal colloquio con Fini e Gnudi, in modo da confrontarsi sulle posizioni del governo. Poi tutti a casa, a guidare i propri mezzi col sorriso stampato sul volto grazie al nuovo successo, di cui già oggi si assaggeranno le conseguenze: alle 15 è in programma la Conferenza Stato-Regioni voluta dal ministro Gnudi anche per discutere della Bolkestein.
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