Il Samsara di Gallipoli chiude i battenti. Lo storico stabilimento balneare salentino ha perso la sua battaglia in tribunale, partita a novembre dello scorso anno dopo avere subìto la revoca della concessione con l’accusa di avere impropriamente utilizzato la spiaggia come discoteca.
Con la sentenza n. 5333 dell’11 settembre scorso, i giudici della quinta sezione del Consiglio di Stato hanno respinto il ricorso della società Sabbia D’Oro srl, proprietaria del Samsara, contro la decisione del Tar di Lecce, rendendo quindi legittima la revoca della concessione demaniale disposta dal Comune di Gallipoli.
Il tribunale si è rifatto ai rilievi della Capitaneria di Porto, che avevano constatato “la presenza di una moltitudine di persone presenti sul pubblico demanio marittimo, intente a ballare piuttosto che ad usufruire dei servizi e delle attrezzature come contemplate dall’atto concessorio”. Nonostante la difesa del Samsara sostenesse che tali feste non occupassero tutte le ore del giorno e non si tenessero in modo ininterrotto per tutto l’anno, secondo i giudici “non appare negabile che la frequenza, la rilevanza, la durata e la dimensione degli intrattenimenti musicali realizzati in loco avesse mutato in modo del tutto rilevante, strutturale e sostanziale le caratteristiche dell’attività in concessione, assumendo carattere del tutto centrale e, comunque, impedendo per ampi lassi di tempo l’esercizio dell’ordinaria attività di balneazione”.
Il Samsara ero uno degli stabilimenti balneari più famosi d’Italia, essendo stato tra i primi a inaugurare la formula dei “beach party” (nella foto in alto) che sono stati proprio oggetto del contenzioso. Con la chiusura del lido, ben 250 dipendenti sarebbero rimasti senza lavoro.
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