di Alex Giuzio
Di sicuro non è stato facile. Non è stato facile far ammettere il Comitato Salvataggio Imprese e Turismo, che aveva chiesto l’incontro di oggi, al tavolo delle trattative insieme agli altri sindacati. Non è stato facile portare mille balneari a Roma a manifestare. Non è stato facile contenere la tensione provocata dalle forze di polizia che ostacolavano la manifestazione. Non è stato facile convincere i ministri Piero Gnudi ed Enzo Moavero Milanesi delle ragioni dei balneari, che chiedono la deroga alla direttiva Bolkestein che vuole mettere all’asta le loro imprese. Ma alla fine, i balneari ce l’hanno fatta.
La giornata è stata lunga: i primi autobus dalla Romagna sono partiti alle quattro del mattino (due mezzi per cento bagnini); dalla Toscana e dalla Liguria si sono scelti il treno e l’aereo, e anche dalle altre regioni non sono mancati gli irriducibili balneari che volevano protestare a gran voce contro il rapimento delle loro aziende in Lazio, Marche, Abruzzo, Sicilia e nel resto della penisola.
E così, alla fine, in via della Stamperia (sede del ministero agli affari regionali, dove si teneva l’incontro tra i ministri e i rappresentanti di Sib, Fiba, Cna Balneatori, Assobalneari, Oasi, Federbalneari, Itb e Comitato) si sono radunati oltre mille balneari che hanno dimostrato con forza di non voler cedere alle aste, e di volere solo la deroga. La tensione era alta: la polizia ha bloccato i balneari, che sono stati divisi in due tronconi, e i manifestanti non sono riusciti a trattenere gli urli e le offese, presto tramutati in un tentativo di sfondamento del cordone. La polizia ha reagito indossando i caschi e chiamando i rinforzi, ma la situazione si è subito calmata grazie alla mediazione del presidente del Comitato Salvataggio Imprese e Turismo, Emiliano Favilla, che ha organizzato la protesta.
Manifestazione riuscita al 100%, insomma, così come l’assemblea al vicino teatro Santa Chiara, dove i balneari si sono raccolti dopo un’ora di presidio.
Più incerto, invece, è l’esito dell’incontro di palazzo. La prudenza è necessaria, perché le notizie sono contrastanti. A partire dalle comunicazioni di Sib-Confcommercio: il sito del Sib titola ‘Deroga possibile entro il 2015’ (vedi qui), il sito di Confcommercio titola ‘Non semplice la deroga alla direttiva europea’ (vedi qui). Ma allora, com’è andata veramente?
Per il momento, vale il consiglio del vicepresidente del Sib, Giancarlo Cappelli: «Stiamo attenti e aspettiamo che alle parole seguano i fatti, senza restare con le mani in mano. Di timide aperture come questa ne abbiamo già viste tante». Le dichiarazioni dei ministri Gnudi e Moavero, in effetti, non sono state di manica larga – come emerge dai vari comunicati stampa – ma è pur vero che non hanno chiuso la porta alla deroga. È da questo piccolo spiraglio, dunque, che si deve partire per avviare un tavolo di trattativa fra governo, Regioni e sindacati, come auspicato dagli stessi ministri. Una trattativa che deve però arrivare alla deroga, come ricorda il coordinatore di Cna Balneatori Cristiano Tomei: «Adesso il Governo deve chiedere ufficialmente in Europa, senza se e senza ma, la deroga alla Direttiva servizi e approvare una legge quadro, sentiti i sindacati di categoria, che assicuri dopo la scadenza del 2015 la continuità e un lunghissimo futuro alle attuali imprese balneari italiane».
Ma l’incontro con i ministri si è rivelato positivo per i balneari, che dopo la manifestazione sono tornati a casa con più ottimismo. Purtroppo, qualcuno ha pensato a spezzare il buonumore: si tratta di Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum, che oggi ha dichiarato su Agenparl (l’agenzia di stampa del parlamento italiano): «Il Governo non si faccia intimorire dai rappresentanti degli stabilimenti balneari che rivendicano concessioni di terreni demaniali come le spiagge, che sono un bene comune di tutti i cittadini. Stabilire gare vere e costi di concessione adeguati all’attività imprenditoriale della balneazione è prioritario per reperire risorse da investire nelle spiagge libere dotandole di adeguati servizi quali docce, pulizia degli arenili, ecc. Il diritto ad una giornata al mare non può certo trasformarsi in un costo da hotel 4 stelle. Si mettano a gara concessioni di 4 anni, al massimo rinnovabili per altri 4 anni, e si creino le condizioni dello smantellamento dell’ennesimo monopolio italiano che non creando concorrenza eleva i costi per i consumatori e ‘rapina’ in alcune riviere del Paese km infiniti di spiaggia coperti da strutture immobiliari e non, che impediscono l’accesso al mare o una passeggiata sulla battigia, ma soprattutto impediscono il sacrosanto diritto degli italiani di accedere a spiagge libere».
Ma le dichiarazioni di Giordano solo solo una nuvoletta passeggera in una giornata serena. Il comunicato emanato dal ministero agli affari regionali in seguito all’incontro, infatti, lascia ben sperare:
BALNEARI: GNUDI E MOAVERO, SU CONCESSIONI INCONTRO POSITIVO
Si è trattato di un primo, positivo incontro volto a condividere il percorso che porterà il Governo a legiferare, sulla base e nei tempi previsti dall’apposita delega parlamentare, sul tema delle concessioni demaniali agli operatori dei servizi balneari. I Ministri Moavero e Gnudi hanno manifestato forte attenzione alle esigenze delle aziende, per l’importante contributo che queste garantiscono al turismo e all’economia del Paese. I rappresentanti del Governo hanno altresì dichiarato che porranno la massima attenzione per contemperare i legittimi interessi degli operatori, il rispetto della direttiva e i trattati comunitari e le esigenze dell’erario. Dopo la conclusione positiva, grazie all’approvazione della Legge Comunitaria 2010, della procedura di infrazione aperta dalla Commissione europea, il Governo sarà nella condizione di avviare un confronto aperto e sereno con Bruxelles, sulla base del quale verranno precisamente delineate le caratteristiche del Decreto legislativo. Le parti continueranno il dialogo e il confronto, anche sulla base della documentazione che i rappresentanti di categoria hanno prodotto (fonte).
E in fondo è questa la voce che conta. Anche perché Milanesi si è dimostrato meno freddo rispetto a Gnudi: quest’ultimo, come ha riportato la notizia di Confcommercio già citata, ha detto che la deroga è una strada difficile, ma che sta venendo esplorata da Milanesi. Il ministro agli affari regionali è allora l’interlocutore più promettente per i balneari.
Il governo si è comunque comportato bene secondo Danilo Piraccini, l’attento presidente della Cooperativa bagnini di Cervia, che oggi era a Roma a manifestare e che confida: «All’incontro, oltre ai due ministri, erano presenti anche i tecnici governativi. Sia quelli dell’ex governo Berlusconi che quelli di Monti. E questi ultimi si sono dimostrati più attenti e preparati rispetto ai primi: è con loro che si giocherà la partita».
(Nelle foto qui sotto, le immagini della manifestazione)
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