Gli intenditori di pesce hanno sempre preferito le ostriche selvagge a quelle di allevamento. Peccato che presto le prime non saranno più rintracciabili nemmeno nei migliori ristoranti di pesce: secondo uno studio dell’Università della California, pubblicato dalla rivista BioScience, il 90% dei banchi di ostriche selvagge è infatti scomparso. E gli esemplari restanti sono in grave pericolo di estinzione. L’indagine dei ricercatori californiani ha esaminato 144 baie e 44 ecoregioni da sempre conosciute come luoghi ad alta concentrazione di ostriche selvagge, e ha confrontato i dati registrati con quelli delle raccolte avvenute negli ultimi decenni, scoprendo, purtroppo, come i banchi si siano notevolmente ridotti. Ad amereggiare ancora di più c’è il fatto che in molte di queste aree le ostriche ammontano ad appena l’1% rispetto agli anni passati, e dunque sono già considerate come "funzionalmente estinte".
Al momento, gli unici banchi prolifici di ostriche selvatiche si trovano in cinque ecoregioni del Nord America, ma visto che questi sono appunto i soli luoghi rimasti in cui poter pescare il mollusco, anche qui gli esemplari si stanno riducendo notevolmente. La colpa, ovviamente, è dello sfruttamento sfrenato avvenuto negli ultimi decenni, che ha ridotto sulla soglia dell’estinzione una specie che ha sempre proliferato in tutti i mari del mondo. Unica eccezione nell’intero pianeta è rappresentata dal golfo del Messico, dove le ostriche selvatiche sembrano ancora abbondare: forse è da qui che si può partire per aiutarle a ricostituire la loro specie.
Alex Giuzio
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