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A Balnearia si fa anche teatro con ‘La venditrice d’ombra’

Una storia di donne, mare e solidarietà in programma alla fiera di Carrara grazie a Donnedamare, associazione delle operatrici del settore, per rappresentare il rapporto di intere generazioni con l'accoglienza sulla spiaggia

di Lorenzo Marchini

CARRARA – Scavando nelle storie di famiglie che da generazioni si occupano di mare, vengono alla luce episodi che si intrecciano con il vissuto collettivo che unisce donne e uomini delle spiagge con quanti hanno la fortuna di essere ospitati sotto gli ombrelloni degli stabilimenti più o meno celebri, ma tutti con qualcosa di bello da ricordare.

È il caso del libro “Mi piaceva scendere in riva al mare” scritto nel 2006 da Fulvia Canova Frallicciardi, che racconta la storia di una famiglia di imprenditori balneari: dalla capostipite Annunziata Benedetti Canova, viareggina, che gestiva il suo stabilimento in Versilia agli inizi del 1900, fino a oggi con Fulvia, che continua la tradizione nel suo bagno a Gaeta, sulla riviera laziale.

Dall’opera di Fulvia Frallicciardi è stato tratto uno spettacolo teatrale, “La venditrice d’ombra” (nella foto), rappresentato la prima volta nel 2007, che trasporta sulla scena tanti episodi legati alle vicende estive, e non solo, dando vita a personaggi indimenticabili, che fa riflettere, commuovere, sorridere e ridere.

Donnedamare, l’associazione spontanea che raccoglie tante imprenditrici della balneazione impegnate a far conoscere i tanti aspetti, spesso poco conosciuti e apprezzati, del loro impegno personale e professionale, ha deciso di far proprio il lavoro teatrale e di presentarlo a Balnearia (in programma dal 3 al 7 marzo a CarraraFiere, vedi notizia) proiettandolo nella “Spiaggia degli incontri”, lo spazio studiato per accogliere le attività di promozione e comunicazione dell’intera categoria.

Fulvia Frallicciardi sarà presente a Balnearia per proporre, assieme all’attrice Paola Rinaldi, la lettura di alcuni brani ma anche per raccontare la storia della sua opera, che nasce dall’idea di scrivere un testo per sostenere la ricerca scientifica per la cura della miastenia, aiutando un ragazzo della sua spiaggia che era stato colpito da questa malattia semisconosciuta. Il ragazzo, curato dalla dottoressa Roberta Ricciardi del Centro ricerca sulla miastenia di Pisa, si stava avviando alla guarigione e Fulvia, per raccogliere fondi, decise di attingere al cassetto dei ricordi della sua vita e della storia della famiglia, recuperando fotografie, appunti, episodi legati al mare nello scorrere di tante generazioni e raccogliendoli in un libro.

L’idea è stata felice e il successo immediato, tanto che “Mi piaceva scendere in riva al mare” è diventato un cult e, anche se diffuso solo sulla sua spiaggia, con la vendita delle prime copie sono stati raccolti 8500 euro per il primo versamento all’Associazione italiana Mia onlus.

Di lì alla traduzione in testo teatrale il passo è stato breve: niente male per una semplice “Venditrice d’ombra”, che diventa il titolo del lavoro poi messo in scena. «Oggi il libro va in ristampa – dichiara l’autrice – perché vogliamo contribuire ancora a sostenere la ricerca, ma anche per rispondere a quanti non apprezzano pienamente il lavoro dei “balneari”, uomini e donne che, vendendo ombra, contribuiscono a tenere viva la tradizione del nostro paese, tutelano le nostre coste, rendono sicure le spiagge, creano occupazione ma sono considerati non imprenditori coraggiosi bensì usurpatori di beni. Ma quello che più addolora è che, così facendo, si permette a paesi stranieri che nulla sanno di spiagge e attività turistica di imporre regole che danneggiano una categoria che produce oltre il 10% del Pil».

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